INTERROGAZIONE
con risposta orale in commissione
Al Signor Presidente
del Consiglio regionale
I sottoscritti Consiglieri regionali,
CONSIDERATO che il fiume Po nel suo percorso attraversa quattro Regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto) e che le occupazioni degli spazi acquei relativi al demanio idrico della navigazione interna, esercitate dai vari soggetti pubblici, privati e associazioni nautiche presenti con le proprie strutture galleggianti sull’asta del fiume Po, sono sottoposte al pagamento di un canone di concessione annuale imposto dagli Enti delegati gestori delle vie d’acqua;
CONSIDERATO inoltre che ogni Regione stabilisce con proprie norme l’importo dei canoni da applicarsi per l’uso dello spazio acqueo rientrante nel territorio di propria competenza;
VISTA la normativa di riferimento adottata dalla Regione Lombardia, nella fattispecie dell'art. 8, comma 7, della L.R. n. 30 del 27 dicembre 2006 e della dgr 6 agosto n. VIII/7967, “Direttiva per l’esercizio della delega di funzioni amministrative ai comuni e alle loro gesioni associate in materia di Demanio della Navigazione Interna” dove nell’allegato 1.2, vengono definiti gli importi, da applicarsi dal 1 gennaio 2008 per le occupazioni di cui sopra presenti in sponda lombarda;
VISTA la normativa di riferimento adottata dalla Regione Piemonte, nella fattispecie del D.P.G.R. 28 luglio 2009 n. 13/R – Regolamento regionale recante “Utilizzo del demanio idrico della navigazione interna piemontese (articolo 4, comma 1, lettera j) della Legge Regionale 17 gennaio 2008, n. 2” dove vengono definiti gli importi da applicarsi per l’anno 2010 e successivamente aggiornati con D.G.R. del 17 dicembre 2010 n, 24-1209 e D.G.R. del 28 novembre 2011 n, 37-2944, per le occupazioni di cui sopra presenti in sponda piemontese;
VISTA la normativa di riferimento adottata dalla Regione Veneto nella fattispecie del D.G.R. 1895 del 24 giugno 2003, dove vengono definiti gli importi da applicare per l’anno 2004 alle occupazioni di cui sopra presenti in sponda veneta;
VISTA la normativa di riferimento adottata dalla Regione Emilia Romagna, nella fattispecie dell’art. 20, comma 3, lett. 1), della L.R. del 14 aprile 2004 n. 7, dove vengono definiti gli importi da applicarsi per le occupazioni di cui sopra presenti in sponda emiliana;
PRESO ATTO che detti importi vengono annualmente aggiornati sulla base dell’indice ISTAT dalle Regioni, Lombardia, Piemonte e Veneto e che la Regione Emilia Romagna li mantiene invariati nell’arco degli anni;
VERIFICATO che tutte le Regioni applicano degli sconti in ugual misura per le strutture appartenenti a società ed associazioni non aventi scopo di lucro ed enti pubblici;
VERIFICATO altresì che gli importi definiti dalla Regione Lombardia per metro quadro di superficie occupata sono circa tre volte superiori rispetto a quelli imposti dalla Regione Veneto ed Emilia Romagna e circa cinque volte superiori rispetto a quelli indicati dalla Regione Piemonte, poichè la Regione Lombardia stabilisce in circa 9,00 euro al mq l’importo da applicarsi per il conteggio del canone di concessione annuale per occupazioni demaniali di spazio acqueo, a differenza della Regione Veneto ed Emilia Romagna che definisce tale somma in euro 3,00 al metro quadro e in circa 2,00 euro, la Regione Piemonte, sempre per metro quadro di superficie acqua occupata;
RITENUTO che ci debba essere uniformità ed omogeneità di applicazione dei canoni di concessione imposti dalle varie Regioni attraversate dal fiume Po, anche per far in modo che non vi siano sperequazioni e disparità di trattamento per chi usa lo stesso bene pubblico ma in territori regionali diversificati;
RILEVATO che queste disparità di trattamento con il sistema normativo esistente sono più evidenti nel caso di strutture presenti in territori di confine, fra due o addirittura tre Regioni, dove succede che chi si trova accostato ad una sponda del Po in territorio lombardo paga tre volte di più rispetto a chi si trova nella stessa situazione ma nel territorio di un’altra Regione, magari situato sulla sponda opposta o sensibilmente più a valle o a monte rispetto all’andamento del fiume;
CONSTATATO che negli ultimi tempi si manifestano sempre più spesso, su tutta l’asta del fiume Po, atti di criminalità organizzata dedita al furto di imbarcazioni e motori fuoribordo;
INTERROGANO LA GIUNTA E L’ASSESSORE COMPETENTE PER CONOSCERE L’INTENZIONE CIRCA LA PROPOSTA DI:
ridurre i canoni di concessione applicati dalla Regione Lombardia anche attraverso la stipula con gli operatori fruitori del fiume, di apposite convenzioni, dove in cambio di un canone ridotto, si possa concordare l’installazione, sulle strutture galleggianti di loro appartenenza, di sistemi di video-sorveglianza con la registrazione dei dati nel tempo visualizzabili a distanza.
Tale proposta deve essere intesa come deterrente contro gli eventi di criminalità riscontrati su tutta l’asta del fiume Po, agevolando chi il fiume lo vive quotidianamente presidiandolo e pertanto svolgendo una funzione di controllo e sorveglianza.
Un sistema di questa tipologia potrebbe essere anche di enorme aiuto alle istituzioni preposte alla vigilanza sopratutto nelle zone del fiume verso la foce dove tale controllo manca o non è sufficientemente radicato;
concordare con le regioni Piemonte ed Emilia Romagna l’adeguamento dei canoni di concessione del demanio della navigazione interna così da poterli uniformare a quelli della nostra regione.
Milano, 23 maggio 2012
Giovanni Pavesi
Agostino Alloni
Giuseppe Villani
Fabrizio Santantonio
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