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Martedì il sì al referendum per la fusione di Bigarello e San Giorgio

ISTITUZIONI E POLITICA »

 

 


Regione, domani il sì al referendum per la fusione di Bigarello e San Giorgio

Marco Carra soddisfatto, si voterà il progetto di legge del PD

Il referendum per la fusione di Bigarello e San Giorgio si farà. La situazione si è infatti sbloccata oggi in Regione, dove la commissione affari istituzionali, in seduta congiunta con la commissione speciale per il riordino delle autonomie, ha dato il via libera alla discussione in Consiglio regionale, che si terrà domani, del progetto di legge per l’avvio dell’iter di fusione, e quindi del referendum. La commissione ha anche fatto qualcosa di più, perché a differenza di due settimane fa, quando la Lega e la Lista Maroni sollevarono numerose eccezioni e si arrivò a rinviare il voto per evitare la spaccatura della maggioranza, oggi tutte le forze politiche hanno convenuto sull’opportunità di convocare la consultazione. Il voto di domani dovrebbe a questo punto essere scontato.

Unico dato assente è stato il pronunciamento della giunta regionale, che pur avendo avuto 90 giorni di tempo per esprimersi, ha lasciato scadere i termini senza assumere una decisione. Il progetto di legge che si discuterà in Consiglio sarà dunque quello presentato dal PD, senza il quale non ci sarebbe stata alcuna decisione. Il provvedimento, fortemente voluto dal consigliere regionale Marco Carra, ha ottenuto il sostegno compatto di tutto il gruppo regionale e ha riaperto una vicenda che pareva già chiusa, arrivando a ribaltarne l’esito. Ovvia, dunque, la soddisfazione di Carra, che ha seguito con attenzione tutta la vicenda: “abbiamo ristabilito un principio di democrazia che altri volevano negare, ora la parola spetta ai cittadini di Bigarello e San Giorgio” dichiara a margine della seduta di commissione. “Oggi c’è stata una vera svolta, con la disponibilità anche della Lega e della Lista Maroni a varare il referendum, e questo nonostante la giunta si sia opposta in modo pretestuoso alla fusione dei due comuni, unico caso di tutta la Lombardia. La giunta, infatti, non ha deliberato, nonostante non ci siano validi argomenti contrari alla fusione, come è finalmente evidente. Ora - mette in guardia Carra – occorre che la commissione scriva regole chiare per il referendum, perché non ci si trovi poi a dover registrare un risultato illeggibile, con un comune che vota in un modo e un altro che magari non raggiunge il quorum o vota in modo contrario”.

Milano, 7 ottobre 2013


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