Si è tenuto oggi, martedì 20 gennaio 2015, in Commissione speciale rapporti tra Lombardia e Confederazione elvetica, l’atteso incontro con Vieri Ceriani, consigliere per le politiche fiscali del Ministro dell’Economia e delle Finanze, che ha seguito in prima persona le trattative italo-svizzere sul lavoro frontaliero.
È dei giorni scorsi la notizia dell’accordo sullo scambio ‘automatico’ di informazioni tra Italia e Svizzera sul fronte fiscale, ma ai consiglieri lombardi stavano più a cuore due altri temi: quello dei frontalieri, appunto, e quello dei ristorni.
In sostanza, Ceriani ha spiegato che, a partire indicativamente dal 2018, la tassazione per i lavoratori frontalieri con la Svizzera cambierà in questo modo: alla Confederazione verrà lasciato tra il 60 e il 70% dello stipendio da tassare con le sue modalità; la rimanente percentuale verrà tassata dall’Italia in modo tale da allinearla gradualmente negli anni all’aliquota media dei lavoratori frontalieri negli altri Paesi.
Per quanto riguarda, invece, i ristorni, se finora la Svizzera restituiva il 40% delle tasse trattenute sugli stipendi dei frontalieri italiani ai comuni di appartenenza, sempre dall’entrata in vigore dell’accordo la Confederazione non si occuperà più di questa partita, ma ci penserà totalmente l’Italia, con la sua parte di trattenute, a ristornare ai comuni.
“È una trattativa molto difficile e delicata che parte da un accordo ormai vecchio di quarant’anni dal quale hanno tratto beneficio sia il Canton Ticino che le province di confine – commentano Luca Gaffuri e Alessandro Alfieri, consiglieri regionali del Pd –. Per questo al delegato del Governo abbiamo chiesto rassicurazioni precise sulla nuova modalità di tassazione e su questa prevista gradualità, che soprattutto non dovranno incidere sui redditi più bassi dei frontalieri. Inoltre, abbiamo chiesto che la legge di ratifica dell’accordo preveda garanzie sull’ammontare dei ristorni e sulle modalità di distribuzione, invitando il Ministero dell’Economia a coinvolgere nella trattativa anche i rappresentanti dei Comuni di frontiera. In questo momento, è opportuno dare tranquillità agli enti locali e ai lavoratori coinvolti”, conferma Gaffuri assieme al collega varesino Alfieri, il quale, a questo proposito, ha “accolto positivamente la disponibilità del capodelegazione Ceriani a un incontro istituzionale”.
Milano, 20 gennaio 2015
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