Riforma sì, ma che sia riforma vera. Con questo spirito Pd e Patto Civico hanno iniziato oggi la maratona d’Aula sulle modifiche del testo unico della sanità lombarda. I due gruppi di opposizione hanno messo sul piatto 10.562 tra ordini del giorno ed emendamenti, che in virtù del cosiddetto jolly (la norma regolamentare che permette, per casi particolari, di non applicare il contingentamento dei tempi), terranno l’aula occupata per diverse giornate. In particolare, per la sola illustrazione degli ordini del giorno (5 minuti ciascuno a disposizione del proponente) potranno essere necessarie fino a 55 giornate d’Aula, considerando la convocazione anche in notturna, dalle 10 alle 24 (dodici ore, considerando le due pause di un’ora per pranzo e cena). Tutto ciò al netto della discussione generale, dell’illustrazione e discussione degli articoli e dei relativi emendamenti di opposizione ma anche di maggioranza.
“Ci siamo trovati costretti dalla maggioranza a mettere in campo un’opposizione ostruzionistica, mentre avremmo certamente preferito un’opposizione costruttiva, ma non è stato possibile sinora un confronto. Occorre ridare al Consiglio e alla Commissione Sanità quel ruolo che spetta loro nella ridefinizione della riforma sociosanitaria. Questa è la sfida politica che ancora una volta lanciamo a Maroni: riapriamo il dibattito – ha detto il consigliere Pd Raffaele Straniero -. Maroni infatti oggi ha aperto a parole la possibilità di un dialogo con tutte le forze politiche presenti in Consiglio, però lo ha negato già subito nei fatti non essendo presente nemmeno fisicamente ad ascoltare le proposte dell’opposizione, lasciando l’Aula subito dopo il suo intervento. Il Pd sollecita invece da giorni un confronto vero sui contenuti mancanti in questa “evoluzione del sistema sociosanitario”, che sono sintetizzate in un decalogo e vanno dalle liste d’attesa ai ticket, dalle nomine per competenza alla esigenza di controlli frequenti sulle strutture.
La maggioranza, che usa come bandiera di questa riforma l’integrazione tra l’ospedale e il territorio, prenda ad esempio alcune esperienze positive già esistenti sul territorio lecchese, che possono essere un punto di partenza per dare risposte anche ai nuovi bisogni emergenti”.
Milano, 14 luglio 2015
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