Regione Lombardia non intende spezzare la complessa cosiddetta macroarea n. 1, prevista dalla legge di riforma delle aree protette, approvata l’anno scorso. Lo ha detto a chiare lettere, questo pomeriggio, l’assessore regionale all’Ambiente Terzi rispondendo, in VIII Commissione Agricoltura e parchi, a un’interpellanza del Gruppo regionale del Pd.
“Abbiamo chiesto all’assessore se non intenda procedere, in questa fase, in cui è ancora possibile prevedere una revisione dei perimetri delle macroaree previste nella legge, di suddividere in due macroaree distinte la complessa e articolata macroarea n. 1 – spiega Laura Barzaghi, consigliera regionale del Pd –. In questo momento, il progetto prevede di mettere insieme soggetti troppo diversi tra loro: parchi, Plis, riserve naturali lacustri e fluviali, dell’alta pianura e di zone più asciutte e antropizzate. Un’area talmente complessa, prevista così, che non ci sono state praticamente nemmeno aggregazioni, come prevedeva la legge”.
La proposta del Pd sarebbe di “spezzare in due quell’unica macroarea, secondo zone più omogenee, quindi mettendo insieme, indicativamente, i territori di Varese e Como da un lato, e di Lecco e della Brianza dall’altro. Sarebbero sicuramente ambienti più uniformi”, sottolinea ancora Barzaghi.
Tra l’altro, il tempo ormai ci sarebbe, ironizza a denti stretti la consigliera Pd: “Questa fase doveva essere terminata entro il 18 luglio scorso. Tant’è che noi abbiamo presentato la nostra interpellanza pochi giorni prima, credendo di essere proprio a ridosso delle decisioni. Invece, siamo ancora qui, in ritardo di 3 mesi e il sentore è che ormai si andrà oltre le elezioni, forse per non scontentare nessuno. Eppure noi lo avevamo chiesto, con un nostro atto, di allungare di più i tempi e i termini: non siamo stati ascoltati e questa complicata partita rimane ancora completamente aperta e in sospeso”.
Milano, 27 settembre 2017
Condividi questo articolo |